Psicologa eta' evolutiva

"La principale difficolta'
che incontriamo nel dire la verita' ai fanciulli e' questa,
che nessuno riesce a dire la verita' a se' stesso."

Alexander Neill, "Il fanciullo difficile", 1927

Laura Canis, Psicologa eta' evolutiva a Torino Moncalieri Piazza Bengasi

Psicologia dell'eta' evolutiva

Lo Psicologo dell’Età Evolutiva pone al suo centro dell'attenzione il mondo dell’infanzia, dell’adolescenza, focalizzandosi sulle difficoltà, i disagi e le problematiche che ogni individuo può incontrare durante le varie fasi dello sviluppo.
Affinché il lavoro con il bambino/ragazzo possa ottenere dei validi e duraturi risultati, lo psicologo dell'eta' evolutiva organizza il proprio intervento attorno al coinvolgimento del bambino ma anche dei suoi genitori. Il lavoro con il bambino, infatti, non può mai prescindere dalla relazione con la coppia genitoriale, in quanto sono proprio i genitori le figure di riferimento del bambino, coloro con i quali il bambino intrattiene la maggior parte delle sue interazioni.
Intraprendere un percorso psiologico in eta' evolutiva quindi, non puo' prescindere dal coinvolgimento delle sue figure di riferimento. Il primo passo per aiutare un bambino è quindi quello di creare una attiva collaborazione tra psicologa e genitori!

Tra infanzia ed adolescenza:
i messaggi in codice
dei nostri figli

In ogni fase di crescita e di sviluppo del proprio figlio, i genitori si trovano a dover affrontare periodi di maggiore difficoltà nel rapporto con i figli e nella gestione dei quotidiani impegni familiari e lavorativi ai quali sono costantemente chiamati.
Alla fatica di gestire il tutto quindi, si affianca spesso la difficolta' nel capire alcuni comportamenti del proprio figlio, in quanto bambini e adolescenti, spesso per una loro intrinseca capacita' a decifrare i loro stati interni e d emotivi, tendono a "mascherare" i loro disagi agendo comportamenti aggressivi, di chiusura e ostilità, oppure "mostrandoli" attarverso sintomi fisici (mal di testa frequenti, mal di pancia, stanchezza eccessiva…), difficoltà scolastiche o totale rifiuto di andare a scuola. Possono essere davvero tanti i modi in cui i figli cercano di comunicare un qualche disagio, e molto spesso per i genitori diventa difficile comprendere cosa si nasconde dietro a questi comportamenti, che diventano dei veri e propri "messaggi in codice". Imparare a decifrare questi messaggi in codice, assume quindi il significato di saper riconoscere in tempo i campanellini di allarme che il bambino prima, e l'adolescente poi, mostrano. Grazie a questo rapido riconoscimento, diventa possibile mettere in atto un intervento appropriato. La precocità dell’intervento è un elemento fondamentale: un disagio che si presenta durante l’infanzia, se ignorato, potrebbe infatti strutturarsi in maniera stabile, divenendo parte integrante della personalità dell’adolescente futuro. Allo stesso modo, un disagio trascurato comparso in eta' adolescenziale potra' avere ripercussioni sullo sviluppo del ragazzo e sulla sua transizione all’età adulta.

Laura Canis, Psicologa eta' evolutiva a Torino Moncalieri Piazza Bengasi

PER SAPERNE DI PIU'

PERCHE' RIVOLGERSI A UNO PSICOLOGO DELL'ETA' EVOLUTIVA?

I genitori possono rivolgersi allo psicologo quando si accorgono che il proprio figlio mette in atto comportamenti inusuali ai quali faticano a dare un significato, o in presenza di una delle seguenti situazioni:
- Difficiolta' scolastiche
- Difficolta' nelle relazioni coi pari
-Traumi (incidenti, lutti, separazione e divorzio dei genitori, malattie…)
- Difficolta' eccessiva nella separazione dalle figure di accudimento.

QUALI SONO I "CAMPANELLI D'ALLARME"?

Difficoltà scolastiche (scarso rendimento, difficoltà in specifici apprendimenti, difficoltà di concentrazione e comprensione, rifiuto a frequentare la scuola…);
Difficoltà di relazione con i pari
Difficoltà di separazione dal genitore
Paure e ansie
Traumi (incidenti, lutti, separazione e divorzio dei genitori, malattie…)
Comportamenti ostili o aggressivi, spesso ingiustificati
Somatizzazioni (lamentele di dolori e disagi fisici senza riscontro medico).

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Le sfide dell'eta' evolutiva

Il bambino, quotidianamente, affronta molte sfide legate ad apprendimenti e scoperte sempre nuovi, alla separazione dalla mamma e dal papà, l’inizio della scuola, il confronto con i pari. Sono tanti gli ostacoli che il bambino deve affrontare e, per qualcuno, può diventare molto faticoso o anche fonte di disagio e sofferenza. È importante a questo punto riuscire ad individuare precocemente i comportamentali disfunzionali e cercare di porre rimedio alle loro cause.
La figura dello psicologo, in questi casi, può offrire un sostegno e un aiuto concreto alle famiglie aiutandole a trovare la chiave giusta per comprendere e sostenere il proprio figlio. Affidarsi ad una persona esperta, non coinvolta nelle dinamiche familiari, puo' aiutare a ristabilire l’equilibrio necessario al benessere del bambino/ragazzo, della coppia genitoriale e dell'intero sistema familiare.

COME LAVORA LO PSICOLOGO DELL'ETA' EVOLUTIVA?


Nel lavoro con i bambini, e quindi all’interno di un percorso di sostegno nell'eta' evolutiva, gli strumenti utilizzati sono quasi esclusivamente il gioco e il disegno. Al fine di instaurare un canale comunicativo comune, lo psicologo evolutivo deve infatti posizionarsi allo stesso livello del bambino, imparando a utilizzare il linguaggio del bambino stesso per poter comprendere il suo mondo interiore e aiutarlo nel suo sviluppo e nella sua crescita. In eta' adolescenziale, le sedute sono condotte prevalentemente con una modalità di tipo verbale; in alcuni casi ci si puo' servire di a "giochi" o attivita' pratiche.
In casi particolari, possono essere somministrati alcuni test per approfondire aree di personalità o di interesse.

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Diagnosi e trattamento dei disturbi dell’età evolutiva

Quando si parla di eta' evolutiva si fa riferimento alla fascia di età che va dai 3 anni ai 18, ovvero dall'infanzia all'adolescenza. Durante questo percorso, i cambiamenti a cui il soggetto e la sua famiglia assistono sono numerosi e di diversa natura: fisici, comportamentali, affettivi ed emotivi. Oltre ai cambiamenti, anche le sfide che il bambino si trova ad affrontare sono sfide quotidiane, che vanno dalla separazione da mamma e papa' ad esempio con l'inizio della scuola, al confronto con i pari, alle prestazioni scolastiche... Puo' accadere che il dover affrontare queste sfide per qualcuno si riveli piu' faticoso ed impegnativo, o addirittura che si trasformi in una vera e propria sofferenza. Sono questi i casi in cui il bambino può cominciare a manifestare segni di disagio...un disagio che frequentemente non riesce ad essere espresso verbalmente, ma che viene espresso attraverso il canale comportamentale, corporeo o emotivo.


Se mio figlio mostra campanelli d'allarme...cosa fare?

Quando un genitore si rende conto che il proprio figlio mostra dei comportamenti disfunzionali, bizzarri, "strani", potrebbe essere utile rivolgersi a un professionista. Uno psicologo per l'eta' evolutiva in particolare, potra' aiutarti in primis effettuando una psicodiagnosi, che con i bambini avviene attraverso sedute di gioco libero, gioco strutturato e disegno. In alcuni casi potrebbe essere utile ricorrere alla somministrazione di qualche test, magari per aiutare a chiarire e far emergere alcuni aspetti non chiari.
Il lavoro psicoiagnostico col bambino non puo' prescindere dal convolgimento dei genitori, i quali saranno coinvolti nel processo in qualita' di figure di cura e accudimento del proprio figlio, nonche' le persone con le quali il figlio detiene il legame piu' stretto.
L'obiettivo di questo percorso iniziale percorso psicodiagnostico e' quello di valutare la relazione tra aspetti emotivi e cognitivi e l’influenza degli uni sugli altri, attraverso la valutazione dell'adeguatezza del bambino in relazione all'età, le sue capacità relazionali con gli adulti e con i pari e l'area cognitiva.

Psicoterapia dell’età evolutiva

Dalla valutazione psicodiagnostica potrebbero emergere elementi che potrebbero richiedere l'attivazione di un percorso di psicoterapia. Questo potrebbe ad esempio essere il caso in cui il bambino, grazie al processo psicodiagnostico, lascia emergere la presenza di sofferenze significative e strutturate, oppure casi in cui si inizia a comprendere che il disagio manifestato influisce sul normale svolgersi della vita familiare e scolastica. Un percorso di psicoterapia a questo punto, puo' aiutare a risolvere il diagio e conseguentemente i sintomi. Questo lavoro terapeutico di comprensione e riconoscimento dei vissuti, viene condotto in parte col solo bambino ed in parte con il coinvogimento dei genitori.

Sostegno alla genitorialita'

Il sostegno alla genitorialita' costituisce un percorso offerto ai soli genitori, dove, dopo aver effettuato alcuni incontri col bambino e congiunti genitori/bambino, fornisco delle indicazioni pratiche per gestire situazioni concrete sulla gestione del figlio. Il terapeuta in questo spazio ha il compito di accompagnare i genitori a riflettere sulla propria storia personale e su come gli stati interni derivanti da questa possano talvolta influenzare il proprio stile genitoriale.
Talvolta puo' essere utile coinvolgere anche gli insegnanti, per poter vedere dei cambiamenti significativi nella quotidianità del bambino.