Neonati abbandonati. Riflettiamo

Il 9 luglio del 2015 l'ANSA rende noto che ogni anno mediamente vengono abbandonati alla nascita circa 400 neonati, e in 4 casi su 10 si tratta di bimbi di mamme italiane. Oltre a questi 400 tutto sommato "fortunati" (perche' vengono abbandonati e poi dati in adozione), ve ne sono tanti altri (il numero non e' disponibile) che vengono abbandonati e trovati morti. Cio' su cui e' necessario fermarci a riflettere e' che sicuramente nessuna (o quasi) di queste mamme abbandona il proprio figlio con leggerezza. Abbandonare per sempre un figlio, che si decida di lasciarlo all'ospedale, protetto, o di abbandonarlo in un cassonetto, lascia per sempre una ferita, che nemmeno il tempo potra' far rimarginare.

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Neonati abbandonati. Riflettiamo

Il 9 luglio del 2015 l'ANSA rende noto che ogni anno mediamente vengono abbandonati alla nascita circa 400 neonati, e in 4 casi su 10 si tratta di bimbi di mamme italiane. Oltre a questi 400 tutto sommato "fortunati" (perche' vengono abbandonati e poi dati in adozione), ve ne sono tanti altri (il numero non e' disponibile) che vengono abbandonati e trovati morti. e', ad esempio, il caso di Roxana,la giovane ragazza romena trovata morta qualche giorno fa (oggi e' il 3 novembre 2016) nel brindisino insieme ai suoi due gemelli appena partoriti.

La Societa' Italiana di Neonatologia (SIN), si legge sul sito www.kpmg.com, qualche anno fa ha disposto un'indagine volta proprio ad individuare le condizioni sociali e relazionale che renderebbero alcune categorie di donne piu' a rischio di trovarsi in situazioni simili a quella di Roxana. Dai dati raccolti e' emerso che le neomamme che decidono di dare in adozione i loro figli, hanno un'eta' compresa tra i 18 e i 30 anni e di queste circa la meta' (48,2%) non sono sposate. Dal punto di vista del livello di istruzione e' emerso che nel 32,2% dei casi queste mamme hanno un'istruzione medio-bassa, nel 19,6% possiedono un diploma e il restante 1,8% e' laureata. Nel 37% dei casi le ragazze coinvolte soffrono di disagio psichico e sociale, nel 20% sono spinte ad abbandonare il proprio bambino dalla paura di perdere il lavoro e nel 12% sono spaventate all'idea di dover crescere da sole da sole un figlio in un Paese straniero. Ma detto cio', la statistica non basta a spiegare il fenomeno. Cio' su cui e' necessario fermarci a riflettere e' che sicuramente nessuna (o quasi) di queste mamme abbandona il proprio figlio con leggerezza. Abbandonare per sempre un figlio, che si decida di lasciarlo all'ospedale, protetto, o di abbandonarlo in un cassonetto, lascia per sempre una ferita, che nemmeno il tempo potra' far rimarginare. Se una neomamma, dopo aver tenuto dentro di se' una creatura per 9 mesi, averla sentita muovere, averla sentita crescere...e infine averla messa al mondo, decide di non occuparsene, e' perche' sente di non avere le risorse per potersi occupare di quella creatura. Sente di non essere all'altezza di quella situazione. Sente di non poter contare su nessuno che le dia una mano.

In questi anni il progetto "Ninna ho" portato avanti dalla SIN ha deciso di donare alcune culle termiche (la nuova versione di quelle che un tempo erano "le culle degli esposti") presso una serie di punti nascita sparsi sul territorio italiano, cosi' da permettere alle mamme in difficolta' di poter lasciare i loro neonati al sicuro ed in modo anonimo. Questa bellissima iniziativa deve pero' portare tutti noi a riflettere. Perche' con la esistente possibilita' di abortire, non e' ammissibile che ancora oggi, nel 2016, un numero cosi' alto di donne si trovi a dover optare per una scelta cosi' estrema.

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Laura Canis
Psicologa e psicoterapeuta

Studi

Laurea in Scienze e Tecniche Psicologiche dello Sviluppo e dell'Educazione, con tesi di ricerca "Le relazioni familiari in adolescenza. Soddisfazione di se' e comunicazione", presso l'Universita' degli Studi di Torino.
Laurea Magistrale in Psicologia dello Sviluppo e dell'Educazione, con tesi di ricerca "Aspetti psicologici e psicopatologici dell'obesita' in un campione di adolescenti", presso l'Universita' degli Studi di Torino.
Nel 2015, Specializzazione in Psicoterapia sistemico relazionale, con tesi di ricerca "La cogenitorialita' tra differenziazione e confini. Un nuovo strumento di assessment per la valutazione della cogenitorialita' ", presso il Centro studi Eteropoiesi di Torino.

Esperienze lavorative

Servizio di Psicologia Territoriale per l'eta' evolutiva presso l'ASL di Chivasso (Torino): Colloqui di sostegno alla genitorialita', valutazioni cognitive e percorso psicodiagnostico con i minori. Osservazioni dei minori presso le scuole, volte a perfezionare l'inquadramento diagnostico. Colloqui di valutazione ad aspiranti genitori adottivi
Selezione del personale presso GB JOB - Agenzia per il lavoro
Collaboratrice volontaria presso DI.A.PSI. (Difesa Ammalati Psichici)
Educatrice per AREA onlus
Comunita' terapeutica IL PORTO di Moncalieri (Torino)
Tirocinio di specializzazione in veste di psicoterapeuta familiare presso il Servizio di Psicologia dell'ASL di Nichelino (Torino)
Attualmente svolgo l'attivita' di psicologa e psicoterapeuta come libera professionista, presso il mio studio a Torino - Moncalieri e Online su Skype e Whatsapp.
Curo anche un blog personale, con interessanti video, che vi invito a visitare